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Io mi sa che tradirò la biologia con il letto, non so ancora . -
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...per la stessa ragione del viaggio, viaggiare...
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- Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
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tradimento più che leggittimo direi . -
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Col senno di poi, non posso far altro che esser d'accordo con te . -
alessandro (genova).
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Ma beati voi che ancora ci siete all'Università...che tempi oh...e che scorribande, che avventure, che emozioni, che sensazioni...poco studio, nelle ore canoniche s'intende, bevute, litigi, incazzature, partite, qualche sbronza, e corse, tante, troppe, sempre...e poi stavi lì, ad attendere e desiderare di poter rivedere lei, il suo sorriso, lì in quell'angolo di silenzio e di miseria, da dove in un istante fuggitivo mi aveva rapito gli occhi ed il cuore...
Ah l'Università...che tempi che tempi...che teeeeeepiiiiii...il tempo della 'religione del tirare tardi e aspettare mattino', i giorni delle brume contemplate diradarsi all'alba, scomparire oltre l'orizzonte, oltre un futuro incerto e desiderato, oltre l'incanto e il desiderio...la nebbia che si levava lenta e pigra e vedere i volti e gli edifici, gli alberi e le onde apparire nella loro bellezza...in quei giorni, pigri e lievi, delicati e leggeri stai lì, lungamente ad ettendere e desiderare, la vita, il lavoro, l'amore, una figlia ed una famiglia, tutto ciò che poi la vita, forse un giorno e forse per caso ti concederà...le notti passate su uno scoglio con una canna (da pesca oh...niente brutti pensieri...), nell'attesa e con la speranza che un pesce, magari un pò tonto, abbocchi alle nostre manovre maledestre e improvvisate...la pesca però, era solo il pretesto per star lì a raccontari le storie e le avventure delle nostre esistenze, gli amori sfiorati e mai abbracciati, le imprese mai compiute, il coraggio mai avuto, le stronzate sempre fatte, l'incosansapevolezza dei vent'anni, coi capelli che si agitano nel vento e tu che corri e non vuoi saperne di niente e di nulla...e poi stremati e con un sorriso stanco e sincero ci si sedeva sulla spiaggia e portavamo lo sguardo sul mare che calmo e liscio si stendeva davanti a noi...
Cazzo, l'Università...madò...quella era vita, una vita che vissuta così, come la corrente di un fiume che scorre e che va, sereno e inconsapevole...oggi invece no, chi è medico e si confronta ogni giorno con l'inferno della medicina, chi ingegnere senza fantasia, chi è inscatolato nel tunnel dell'insegnamento...con uqnta nostalgia tutti e tre, io e loro due guardiamo a ciò che è stato, a ciò che eravamo, a ciò che potevamo essere e siamo stati...oggi siamo ciò che non vogliamo, vorremmo fare rivoluzioni, certo, vorremmo sconvolgere e scardinare, ma dobbiamo vivere, andare avanti, sopportate, soprassedere, tacere, chiundere un occhio o tutti e due, tirare a campare...e questo è vivere o sopravvivere? Ma noi, non non ci arrendiamo, a allora le serate a bere e ricordare, a sorridere e sognare, a illuderci e sperare, ci servono per crederci ancora, in questa vita, in questo 'vecchio pazzo mondo', in quest'uomo che 'starnazza e non vuol volare', che 'aspetta sempre l'inverno per desiderare una nuova estate'...ora per noi è inverno, inframezzatto da dei frammenti d'estate, per voi ancora è estate piena, godetevela, vivetela, non perdetevene nemmeno un istante.... -
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Ma beati voi che ancora ci siete all'Università...che tempi oh...e che scorribande, che avventure, che emozioni, che sensazioni...poco studio, nelle ore canoniche s'intende, bevute, litigi, incazzature, partite, qualche sbronza, e corse, tante, troppe, sempre...e poi stavi lì, ad attendere e desiderare di poter rivedere lei, il suo sorriso, lì in quell'angolo di silenzio e di miseria, da dove in un istante fuggitivo mi aveva rapito gli occhi ed il cuore...
Ah l'Università...che tempi che tempi...che teeeeeepiiiiii...il tempo della 'religione del tirare tardi e aspettare mattino', i giorni delle brume contemplate diradarsi all'alba, scomparire oltre l'orizzonte, oltre un futuro incerto e desiderato, oltre l'incanto e il desiderio...la nebbia che si levava lenta e pigra e vedere i volti e gli edifici, gli alberi e le onde apparire nella loro bellezza...in quei giorni, pigri e lievi, delicati e leggeri stai lì, lungamente ad ettendere e desiderare, la vita, il lavoro, l'amore, una figlia ed una famiglia, tutto ciò che poi la vita, forse un giorno e forse per caso ti concederà...le notti passate su uno scoglio con una canna (da pesca oh...niente brutti pensieri...), nell'attesa e con la speranza che un pesce, magari un pò tonto, abbocchi alle nostre manovre maledestre e improvvisate...la pesca però, era solo il pretesto per star lì a raccontari le storie e le avventure delle nostre esistenze, gli amori sfiorati e mai abbracciati, le imprese mai compiute, il coraggio mai avuto, le stronzate sempre fatte, l'incosansapevolezza dei vent'anni, coi capelli che si agitano nel vento e tu che corri e non vuoi saperne di niente e di nulla...e poi stremati e con un sorriso stanco e sincero ci si sedeva sulla spiaggia e portavamo lo sguardo sul mare che calmo e liscio si stendeva davanti a noi...
Cazzo, l'Università...madò...quella era vita, una vita che vissuta così, come la corrente di un fiume che scorre e che va, sereno e inconsapevole...oggi invece no, chi è medico e si confronta ogni giorno con l'inferno della medicina, chi ingegnere senza fantasia, chi è inscatolato nel tunnel dell'insegnamento...con uqnta nostalgia tutti e tre, io e loro due guardiamo a ciò che è stato, a ciò che eravamo, a ciò che potevamo essere e siamo stati...oggi siamo ciò che non vogliamo, vorremmo fare rivoluzioni, certo, vorremmo sconvolgere e scardinare, ma dobbiamo vivere, andare avanti, sopportate, soprassedere, tacere, chiundere un occhio o tutti e due, tirare a campare...e questo è vivere o sopravvivere? Ma noi, non non ci arrendiamo, a allora le serate a bere e ricordare, a sorridere e sognare, a illuderci e sperare, ci servono per crederci ancora, in questa vita, in questo 'vecchio pazzo mondo', in quest'uomo che 'starnazza e non vuol volare', che 'aspetta sempre l'inverno per desiderare una nuova estate'...ora per noi è inverno, inframezzatto da dei frammenti d'estate, per voi ancora è estate piena, godetevela, vivetela, non perdetevene nemmeno un istante...
ti capisco perfettamente Alessandro, ora che la sto vivendo credo che il giorno in cui sarà tutto finito mi mancherà da morire. -
Crestfallen.
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Concordo .