Fabrizio De André Forum [ Andrè - Analisi Testi - Spiegazione - Anarchia - Testi - Accordi - Canzoni - Musica - Cantautori]

Nella mia ora di libertà

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  1. asmahara
     
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    si infatti è vero .. purtroppo quando si racconta qualcosa èpartendo da vicende reali il rischio di essere strumentalizzati da una parte o dall'altra è enorme ..
     
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  2. torek123
     
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    Canzone splendida.
     
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  3. Rug_Axe
     
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    CITAZIONE (asmahara @ 17/1/2009, 14:04)
    aggiungerei anche un'altra cosa faberfive,è giusto ciò che dici,l'idea di rivoluzione accompagna tutto l'album... però questo è l'atto finale e,a mio avviso,un grande salto in avanti. lui ha provato a sovvertire il potere e lo ha fatto da solo. con risultati disastrosi... qui invece vedo più un senso di collettività proprio... la canzone comincia dicendo "di respirare la stessa di un secondino NON MI VA" e termina "di respirare la stressa aria di un secondino NON CI VA perciò ABBIAM DECISO " ecco un'unione ora che raggiunge davvero l'obiettivo che l'impiegato ha perseguito,no riuscendo,perchè solo.

    Assolutamente concorde in questo!
     
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    ...per la stessa ragione del viaggio, viaggiare...

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    Si apre lo scenario: il ’68. Parole chiavi: presenza, ideali, ribellione, (in)coscienza, aspettative e delusioni. Il ’68 ha portato con sé un'aria di cambiamento che ha dato la forza ai giovani di spingersi “oltre”, per seguire la loro chimera. Coerenti ai loro principi e ai loro fini, forse peccatori per forza d’animo e sangue freddo, che li hanno spinti ad agire a discapito anche dei più deboli, hanno avuto la forza di non piegarsi mai durante il loro percorso. Allo stesso modo De Andrè parla di un impiegato finito in carcere, che fedele più alla sua necessità morale che a un'ideale politico era anche disposto a rinunciare alla sua ora di libertà, affinché non la trascorresse con i secondini, visti come i “nemici”, rappresentanti di un sistema totalmente sbagliato a cui lui non aveva mai risposto o aderito.

    CITAZIONE
    Di respirare la stessa aria
    di un secondino non mi va
    perciò ho deciso di rinunciare
    alla mia ora di libertà

    In questi versi lui parla appunto di “rinuncia” ad una libertà che in fondo, essendo nel ‘68, non esisteva. Quindi, concettualmente parlando, la “rinuncia” è da intendere come una "mancanza", proprio la mancata libertà di poter dar voce ai propri pensieri e di esser tenuti in considerazione.

    CITAZIONE
    se c'è qualcosa da spartire
    tra un prigioniero e il suo piantone
    che non sia l'aria di quel cortile
    voglio soltanto che sia prigione
    che non sia l'aria di quel cortile
    voglio soltanto che sia prigione.

    Dovendo condividere qualcosa col suo piantone, l’uomo preferisce l’ambiente freddo e cupo della galera, piuttosto che un luogo alla luce del sole come il cortile. Questo forse perché non crede che il secondino debba respirare la sua stessa aria di libertà, in quanto sarebbe un insulto al concetto stesso di libertà, oppure perché intende condannare i complici di un sistema corrotto alla stessa punizione che viene inflitta ai trasgressori di tale sistema.

    CITAZIONE
    È cominciata un'ora prima
    e un'ora dopo era già finita
    ho visto gente venire sola
    e poi insieme verso l'uscita

    Qui si riferisce al suo processo, una vita “sbrigata” in un’ora. La conclusione vede per l’appunto delle persone che entrate da libere, da singoli individui, si ritrovano ad esser negate della loro indipendenza, ad essere costrette all’obbedienza e alla punizione.

    CITAZIONE
    non mi aspettavo un vostro errore
    uomini e donne di tribunale
    se fossi stato al vostro posto...
    ma al vostro posto non ci so stare
    se fossi stato al vostro posto...
    ma al vostro posto non ci sono stare.

    In questo tratto chiarisce come per lui quella sentenza sia ingiusta, più che uno sbaglio una scorrettezza. Cerca di introdurre il suo pensiero con un ipotetico “se fossi stato al vostro posto”, ma poi si rende conto che è una situazione paradossale, in quanto, lui mai nella sua vita si sarebbe ritrovato in una posizione simile. Schierato ipocritamente per giudicare gli altri, senza mettere in discussione se stesso.

    CITAZIONE
    Fuori dell'aula sulla strada
    ma in mezzo al fuori anche fuori di là
    ho chiesto al meglio della mia faccia
    una polemica di dignità

    tante le grinte, le ghigne, i musi,
    vagli a spiegare che è primavera
    e poi lo sanno ma preferiscono
    vederla togliere a chi va in galera
    e poi lo scanno ma preferiscono
    vederla togliere a chi va in galera.

    Si rende conto che quel potere che aveva cercato di rovesciare, ma che alla fine aveva vinto su di lui: lo aveva smorzato con l’andare della primavera. L’animo spericolato dell’impiegato si era attenuato, ma era pur sempre pronto ad affrontare le sue conseguenze. Sembra che il coraggio morale, la risolutezza, la costanza non siano riconosciute dallo stato, che preferisce l’abnegazione.

    CITAZIONE
    Tante le grinte, le ghigne, i musi,
    poche le facce, tra loro lei,
    si sta chiedendo tutto in un giorno
    si suggerisce, ci giurerei
    quel che dirà di me alla gente
    quel che dirà ve lo dico io
    da un po' di tempo era un po' cambiato
    ma non nel dirmi amore mio
    da un po' di tempo era un po' cambiato
    ma non nel dirmi amore mio.

    In questi versi, De André fa riferimento ad una lei. Probabilmente la donna amata dell’impiegato che, vedendolo in quella posizione, si vergogna d'essergli stata accanto, e cerca così di “discolparsi” dichiarandosi estranea ai fatti. In “Verranno a chiederti del nostro amore” si capirà che è una donna mediocre piegata dalle leggi della "ginnastica d'obbedienza. Per non essere pregiudicata dalle azioni del suo amato, afferma che forse l’uomo era cambiato nel suo approccio con le istituzioni, ravvisando che non era quella la società di cui lui voleva far parte, ma non aveva cambiato il suo modo di comportarsi con lei. Ciò ci porta a riflettere su come questa società sia quella dell’apparire, che anche sentimenti intensi e profondi come l’amore vengono svigoriti dal meschino modello borghese che ci è propinato. Pur di essere conformi, pur di non essere giudicati diversi ed emarginati per questo, si combatte anche contro se stessi e contro le proprie devozioni.

    CITAZIONE
    Certo bisogna farne di strada
    da una ginnastica d'obbedienza
    fino ad un gesto molto più umano
    che ti dia il senso della violenza
    però bisogna farne altrettanta
    per diventare così coglioni
    da non riuscire più a capire
    che non ci sono poteri buoni
    da non riuscire più a capire
    che non ci sono poteri buoni.

    “Bisogna farne di strada” si riferisce sicuramente al tempo, che dovrà essere indubbiamente tantissimo prima che si trovi il coraggio di compiere “un gesto molto più umano”, un concreto segno di opposizione rispetto alla “ginnastica d’obbedienza” cui si è obbligati. Allo stesso modo, serve tantissimo tempo (e forse anche un po’ di stupidità) prima di rendersi conto che la ribellione è propria di chi, da sognatore, non si rende conto dei limiti dei suoi ideali e lotta strenuamente per essi che si riveleranno essere totalmente illusori e fallaci (“i poteri buoni”).

    CITAZIONE
    E adesso imparo un sacco di cose
    in mezzo agli altri vestiti uguali
    tranne qual è il crimine giusto
    per non passare da criminali.

    C'hanno insegnato la meraviglia
    verso la gente che ruba il pane
    ora sappiamo che è un delitto
    il non rubare quando si ha fame
    ora sappiamo che è un delitto
    il non rubare quando si ha fame.

    Da qui parte una valutazione del giusto e dello sbagliato, assolutamente confusi.

    CITAZIONE
    Di respirare la stessa aria
    dei secondini non ci va
    e abbiamo deciso di imprigionarli
    durante l'ora di libertà
    venite adesso alla prigione
    state a sentire sulla porta
    la nostra ultima canzone
    che vi ripete un'altra volta
    per quanto voi vi crediate assolti
    siete per sempre coinvolti.
    Per quanto voi vi crediate assolti
    siete per sempre coinvolti.

    Questi versi sanciscono il passaggio dall’individualismo dell’impiegato alla collettività di tutti i
    sovvertitori/carcerati che vogliono, con una lotta non violenta, piegare ancora il potere. Il singolo capisce che è l’unione a fare la vera forza, si rende conto che se tutti si ponessero come “meta” un viaggio in direzione ostinata e contraria, allora forse si potrebbe giungere a un cambiamento reale e radicato. “Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti” per quanto le persone si voltino dall’altro lato, perché credono che certe cose non li riguardino, saranno sempre parte attiva di un disegno sia politico, intellettuale o di rilevanza inferiore, proprio con la loro indifferenza, che sarà determinante nella “chiusura dei lavori”.

    Mrs Darcy (I concorso del Fabrizio De André forum)
     
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  5. Cristian Augusto
     
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    Scusate la mia ignoranza.
    Voglio chiarire un mio dubbio.
    Il carcerato è stato messo in carcere per delle idee? (durante la rivolta)
     
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  6. DAVIDE ^^
     
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    Non credo.
    La rivolta avviene dopo.
     
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35 replies since 9/10/2008, 20:09   6725 views
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