Fabrizio De André Forum [ Andrè - Analisi Testi - Spiegazione - Anarchia - Testi - Accordi - Canzoni - Musica - Cantautori]

Il mio manifesto anarchico

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  1. Harondor
     
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    Allora ecco qua il mio manifesto anarchico scritto partendo dalla base del programma di Malatesta.

    Vi avverto subito... è un po' lungo, ma se avete voglia di leggerlo mi fa piacere ^_^



    1. Chi siamo
    Noi siamo anarchici socialisti ai quali non sta bene la situazione in cui si trova l’uomo e che sperano in un mondo un po’ migliore: dove non ci siano vincitori e vinti, padroni e servi, ricchi e poveri ma dove l’uomo viva in cooperazione, comunione e amore con gli altri in un clima di serenità e allegria. Chiamateci idealisti, sognatori, utopici, chiamateci anche immaturi, forse siamo proprio questo...

    2. Che cosa vogliamo
    Noi crediamo che la gran parte dei mali che affliggono gli uomini dipende dalla cattiva organizzazione sociale.
    La società attuale è il risultato delle lotte secolari che gli uomini hanno combattuto tra loro. Non comprendendo i vantaggi che potevano venire a tutti dalla cooperazione e dalla solidarietà, vedendo in ogni altro uomo un concorrente ed un nemico, hanno cercato di accaparrare, ciascun per sé, la più gran quantità di godimenti possibili, senza curarsi degli interessi degli altri. Data la lotta, naturalmente i più forti, o i più fortunati, dovevano vincere ed opprimere i vinti.
    Così, man mano, attraverso tutta una rete complicatissima di lotte d’ogni specie, invasioni, guerre, ribellioni, repressioni, sfruttamenti, concessioni strappate, associazioni di vinti unitisi per la difesa, e di vincitori unitisi per l'offesa, si è giunti allo stato attuale della società in cui alcuni detengono la terra e tutta la ricchezza sociale, mentre la gran massa degli uomini, diseredata di tutto, è sfruttata ed oppressa dai pochi proprietari.
    Da questo dipendono lo stato di miseria in cui si trovano generalmente i lavoratori, e tutti i mali che dalla miseria derivano: ignoranza, sfruttamento, droga, alcol, ecc.
    Tale stato di cose noi vogliamo radicalmente cambiare. Poiché tutti questi mali derivano dalla lotta fra gli uomini, dalla ricerca del benessere fatta da ciascuno per conto suo e contro di tutti, noi vogliamo rimediarvi sostituendo all'odio l'amore, alla concorrenza la solidarietà, alla ricerca esclusiva del proprio benessere la cooperazione fraterna per il benessere di tutti, all’oppressione ed all'imposizione la libertà, alla menzogna religiosa e pseudoscientifica la verità. Ma non attraverso leggi perche per loro definizione sottointendono un sopruso di alcuni su altri. Il filosofo greco Trasimaco affermava che: “La legge non realizza alcuna giustizia, ma legalizza la soppraffazione” e anche Bakunin, un aristocratico e nobile terriero russo che decise di lasciare i suoi privilegi per la lotta anarchica fino a farsi deportare in Siberia, era di questa idea: “Chi dice stato o diritto politico, dice forza, autorità, predominio: ciò presuppone l'ineguaglianza di fatto ". Dunque noi vogliamo:

    1. L’ abolizione della proprietà privata della terra, delle materie prime e degli strumenti di lavoro, perché nessuno abbia il mezzo di vivere sfruttando il lavoro altrui, e tutti, avendo garantiti i mezzi per produrre e vivere, siano veramente indipendenti e possano associarsi agli altri liberamente per l'interesse comune.

    2. L’abolizione dei Governi e d’ogni potere che faccia la legge e la imponga agli altri: quindi abolizione di monarchie, repubbliche, parlamenti, eserciti, polizie, magistrature, ed ogni qualsiasi istituzione dotata di mezzi coercitivi.

    3. L’organizzazione della vita sociale per opera di libere associazioni e federazioni di produttori e consumatori, fatte e modificate secondo la volontà dei componenti, guidati dalla scienza e dall'esperienza e liberi da ogni imposizione.

    4. Garantiti i mezzi di vita, di sviluppo, di benessere ai giovani ed a tutti coloro che sono impotenti a provvedere a loro stessi.

    5. Guerra a tutte le menzogne, anche se si nascondono sotto il manto della scienza o della religione. Istruzione scientifica e culturale per tutti fino ai suoi gradi più elevati.

    6. Guerra alle rivalità ed ai pregiudizi patriottici. Abolizione delle frontiere: fratellanza fra tutti i popoli.

    7. Ridistribuzione delle ricchezze in modo che tutti abbiano il necessario per vivere.

    8. Giustizia e uguaglianza per tutti senza pregiudizi che spesso offuscano le nostre menti.

    10. Fine della corsa agli armamenti.

    11. Rispetto dell’ambiente dal quale dipenda la nostra stessa vita.

    3. Vie e mezzi
    Non basta desiderare una cosa: se si vuole ottenerla davvero bisogna impiegare i mezzi adatti al suo conseguimento. Il nostro ideale non è di quelli il cui conseguimento dipende dall'individuo considerato isolatamente. Si tratta di cambiare il modo di vivere in società, di stabilire tra gli uomini rapporti d’amore e solidarietà, di conseguire la pienezza dello sviluppo materiale, morale e intellettuale, non per un dato partito o classe, ma per tutti quanti gli esseri umani e questo non è cosa che si possa imporre colla forza, ma deve sorgere dalla coscienza illuminata di ciascuno ed attuarsi mediante il libero consentimento di tutti.
    Nostro primo compito quindi deve essere quello di persuadere la gente. Bisogna che noi richiamiamo l'attenzione degli uomini sui mali che soffrono e sulla possibilità di distruggerli. Bisogna che suscitiamo in ciascuno la simpatia per i mali altrui ed il desiderio vivo del bene di tutti.
    A chi ha fame e freddo noi mostreremo come sarebbe possibile, e facile, assicurare a tutti la soddisfazione dei bisogni materiali. A chi è oppresso e sfruttato, noi diremo come si può vivere felicemente in una società di liberi e uguali; a chi è tormentato dall'odio e dal rancore, noi additeremo la via per raggiungere, amando i propri simili, la pace e la gioia.
    E quando saremo riusciti a far nascere nell'animo degli uomini il sentimento di ribellione contro i mali ingiusti ed inevitabili di cui si soffre nella società presente, ed a far comprendere quali sono le cause di questi mali e come dipenda dalla volontà umana l'eliminarli; quando avremo ispirato il desiderio vivo di trasformare la società per il bene di tutti si uniranno e vorranno, e potranno, attuare i comuni ideali.
    Sarebbe - lo abbiamo già detto - assurdo ed in contraddizione col nostro scopo di voler imporre la libertà, l'amore fra gli uomini, lo sviluppo integrale di tutte le facoltà umane, per mezzo della forza. Bisogna dunque contare sulla libera volontà degli altri, e la sola cosa che possiamo fare è quella di provocare il formarsi ed il manifestarsi di detta volontà.
    Libertà dunque per tutti di propagare e sperimentare le proprie idee, senza altro limite che quello che risulta naturalmente dall'eguale libertà di tutti.
    Ma a questo si oppongono - e si oppongono colla forza brutale - coloro che sono i beneficiari degli attuali privilegi e dominano e regolano tutta la vita sociale presente.
    Essi hanno in mano tutti i mezzi di produzione e quindi sopprimono non solo la possibilità di sperimentare nuovi modi dì convivenza sociale, non solo il diritto dei lavoratori di vivere liberamente col proprio lavoro, ma anche lo stesso diritto all'esistenza ed obbligano chi non è proprietario a lasciarsi sfruttare ed opprimere se non vuole morire di fame.
    Essi hanno polizie, magistrature, eserciti creati appositamente per difendere i loro privilegi e perseguitano, incarcerano, massacrano coloro che vogliono abolire quei privilegi e reclamano i mezzi di vita e la libertà per tutti; basti pensare al caso Sacco e Vanzetti che furono accusati ingiustamente di rapina e furono condannati dallo stato del Massachusetts alla sedia elettrica il 23 agosto 1927 solo per essere anarchici, o a tutti giornalisti spariti mentre ricercavano la verità, ma anche alle provocazioni e agli abusi che ogni giorno la polizia fa ai manifestanti: uno degli ultimi esempi è stata la manifestazione studentesca del 25 0ttobre 2005 a Roma dove due poliziotti hanno mandato all’ospedale due fotografi che stavano fotografando i loro abusi.
    Al popolo che vuole emanciparsi non resta altra via che quella di opporre la forza alla forza... ma sorge così una nuova contraddizione: usando la forza si costringe a far accettare una propria idea al resto della popolazione, sia vincitori che non vogliono perdere il loro potere sia vinti che non approvano le idee anarchiche. Solitamente quando si parla di anarchici si pensa subito a terroristi o nichilisti, ma non deve essere così: secondo noi la violenza è lecita nel caso sia necessaria.
    Ma purtroppo come diceva Bakunin: “Le rivoluzioni cruente sono spesso necessarie, a causa della stupidità umana; ma sono sempre un male, un male mostruoso e un grande disastro, non solo per quanto riguarda le vittime, ma anche per ciò che concerne la purezza e perfezione dell’idea nel cui nome vengono”
    Secondo noi l’unico modo è, come già detto, quello di sensibilizzare le persone e di protestare, scioperare e fare sentire la propria voce contro i soprusi dei governi occidentali e no; per riuscire ad avere un largo consenso popolare ed a creare un diffuso malcontento, che esprima la maggioranza del proletariato e dei cittadini e poi se necessario espiantare i vincitori, i potenti e i politici anche con la forza, ma solo se il popolo è unito in un’unica voce. Questo per non ledere la libertà di nessuno e perchè una rivolta fatta da pochi non è mai servita a molto.
    “Le rivoluzioni -scrisse Bakunin- non le fanno nè individui nè società segrete. Nascono in certa misura automaticamente; le producono la forza delle cose, visto la corrente degli eventi e dei fatti. Si vanno preparando a lungo nelle profondità dell’oscura coscienza delle masse; poi esplodono improvvisamente, non di rado per cause in apparenza insignificanti”
    Bakunin considerava le Jacqueries un rozzo modello della spontanea insurrezione popolare che era il suo e il nostro ideale di rivoluzione. Essa era nata improvvisamente dal malcontento e racchiudeva l’intero consenso del popolo unito e compatto per un unico obbiettivo la fine della monarchia e l’uguaglianza di tutti; queste persone anche se non organizzate sono riuscite a prendere il possesso di una capitale instaurando, i pochi giorni, un purtroppo breve periodo di uguaglianza e socialismo.
    Quindi dobbiamo lavorare, per risvegliare negli oppressi il desiderio vivo di una radicale trasformazione sociale, e persuaderli che unendosi, essi hanno la forza di vincere; dobbiamo propagare il nostro ideale e preparare le forze morali e materiali necessari a vincere le forze nemiche, e ad organizzare la nuova società mettendo in comune i mezzi di vita e di produzione, ed impedendo che nuovi governi vengano ad imporre la loro volontà e ad ostacolare la riorganizzazione sociale fatta direttamente dagli interessati.
    Tutto questo però è meno semplice di quello che potrebbe a prima giunta parere. Noi abbiamo da fare con uomini, in condizioni morali e materiali disgraziatissime; e ci inganneremo pensando che basta la propaganda per elevarli a quel grado di sviluppo intellettuale e morale che è necessario all'attuazione dei nostri ideali. Per questo motivo dobbiamo pretendere un’istruzione libertaria adeguata, ma soprattutto accessibile a tutti in modo da creare una futura classe cosciente di quello che fa senza che si faccia imbambolare dalla società, dai governi e dai midia. Ciò, però, fa paura ai politici che stanno cercando di demolire l’informazione alienandoci con Tv spazzatura, lasciandoci con un’informazione inadeguata e cercando di smantellare la scuola pubblica in modo da favorire le scuole private, quelle dei potenti, con finanziamenti e riforme assurde che precludono un’istruzione “adeguata” solo ai figli di papà che in futuro non faranno altro che continuare il lavoro di “famiglia”. Quindi prima di tutto dobbiamo combattere contro queste riforme per permettere un’istruzione non classista e un lavoro sicuro e per permettere alle future generazioni di avere una cultura e un intelletto e una posizione adeguato per poter combattere i soprusi.

    4. Conclusione
    Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, cultura e amore .
    Sappiamo benissimo cosa starete pensando: “Questi sono veramente pazzi e ciò che vogliono è impossibile”. Ma non è affatto così; legandoci ai pensieri dell’anarchico Kropotkin un altro aristocratico intellettuale russo noi pensiamo che l’uomo non soltanto è per natura sociale, ma la tendenza a vivere in società si è manifestata di pari passo con l’emergere dell’uomo dal mondo animale. Esso affermava: “Gli anarchici vagheggiano una società in cui tutti i rapporti reciproci fra i suoi membri siano regolati non da leggi, non da autorità, autonominate od elette, ma da accordi reciproci fra i membri di quella società e da un complesso di usanze e costumi, non pietrificati dalla legge, dall’abitudine o dalla superstizione, ma in continuo processo di sviluppo e adattamento, secondo le esigenze continuamente crescenti di una libera vita, stimolate dal progresso della scienza, dell’invenzione, e dall’affermarsi di ideali sempre più alti. Nessuna autorità, dunque. Non governo dell’uomo da parte dell’uomo; non cristallizzazione e immobilità, ma un’evoluzione continua, come quella che oserviamo nella Natura”.
    Già filosofi sofisti come Antifonte e Ippia avevano teorizzato una società basata non sulle leggi sritte, ma sulle leggi naturali: essi affermavano che se nel macrocosmo naturale tutto è equilibrato, anche nel microcosmo della società umana i conflitti prodotti dal nomos (leggi scritte) potranno essere superati in concordia, purchè gli uomini imparino a vivere seguendo i dettami della physis (leggi naturali) che anche se non scritte accomunano tutti gli uomini.
    E se l’uomo è per natura capace di vivere in una società libera è evidente che tutti coloro che cercano di imporre leggi e governi sono i veri nemici della società, mentre gli anarchici che si ribellano ad essi ed ad ogni tipo di governo e costrizione con la violenza o no, non sono antisociali e nichilisti; sono invece dei rigeneratori che cercano di ristabilire nella società un naturale equilibrio.

    Ciò sembra una follia, ma basterebbe volere sinceramente l’anarchia; provate a pensare al comunismo contadino del mir russo, alle comunità degli esseni, dei primi cristiani e di certe tribù primitive. È vero, questi esempi sono un po’ datati e le condizioni sociali del tempo erano completamente diverse da quelle attuali, ma vi sono altri esempi più vicini a noi, riguardanti il ventesimo secolo: il primo è l’amministrazione anarchica Mochnovista che dal 11 dicembre 1918 era presente in gran parte dell’Ucraina. Questa fu possibile grazie al trattato di pace che costrinse le truppe austro-tedesche che avevano cercato di placare le rivoluzioni guidate dal russo Nestor Makhno. La terra era coltivata in comune dai contadini organizzati in comuni o soviet del lavoro indipendenti, senza alcun condizionamento da parte di qualsivoglia autorità e senza un partito guida. Il sistema era estremamente egualitario, il soviet era solamente l’esecutore della volontà popolare, dei contadini uniti in cooperative; nessun potere bolscevico riuscì mai ad insidiare questo modello dall’interno, anche a causa del modello federativo adottato: le unità produttive erano collegate fra loro localmente, per distretto, per regione ecc. Questo modello proponeva collaborazione senza limitare le libertà personali. Nel 1920, però, i partigiani di Makhno furono invitati a concludere un patto, da pari a pari, con i bolscevichi, ma insistettero per includere nell’accordo una clausola che venne giudicata inammissibile dal governo sovietico che decise così di stroncare subito il movimento. La clausola diceva: "Nella regione in cui opererà l'esercito machnovista, la popolazione operaia e contadina creerà le proprie istituzioni libere per l'autoamministrazione economica e politica; queste istituzioni saranno autonome e collegate federativamente - per mezzo di patti - agli organi governativi delle Repubbliche Sovietiche".

    Il secondo esempio è l’instaurazione di un vero e proprio paradiso anarchico nei villaggi andalusi che furono liberati da ogni autorità agli inizi della guerra civile Spagnola grazie all’operato di Buenaventura Durruti, che morì valorosamente durante gli scontri di Madrid il 19 novembre 1936. Lì i contadini cercarono di semplificare ulteriormente la loro povera vita per cooperare e vivere in un clima di serenità e comunione. Ma purtroppo, un’altra volta, la stupidità dell’uomo ha dovuto metterci nuovamente lo zampino e il primo aprile 1939 Franco, il leader fascista dei nazionalisti, dichiarò la rivolta finita e instaurò la sua dittatura grazie anche all’appoggio dell’Italia di Benito Mussolini.

    Guardando questi esempi sembrerebbe facile instaurare un movimento che come primo obbiettivo ha l’uguaglianza, ma loro avevano una cosa che li portò alla riuscita: la forza di volontà e la sete d’uguaglianza.
    Anche noi se vogliamo seguire il loro esempio, dobbiamo attivarci il più presto possibile e mettere tutta il nostro impegno per il raggiungimento dello scopo comune: l’ANARCHIA.







    The earth’s great age begins anew,
    The golden years return,
    The earth doth like a snake, renew
    Her winter weeds outworn;
    Heaven smiles, and faiths and empire gleam
    Like wrecks in a dissolving dream*.
    Shelley

    *Ricomincia la grande età del mondo, / Tornano gli anni d’oro, / La terra, come un serpente, rinnova / La sua veste logora di erbe invernali, / Il cielo sorride, e fedi ed imperi rilucono / Come relitti in un sogno svanente.
     
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  2. ¤Uriel¤
     
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    Molto bello, è lungo ma l'ho letto tutto.
    E' un ottimo manifesto propagandistico! Viene voglia di stamparlo e farlo leggere in giro :lol:
    Però non ho letto una questione molto importante che mi riguarda in prima persona, "Come mantenere uno stato anarchico" .

    P.s.
    SPOILER (click to view)
    Complimenti ancora!
     
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  3. Harondor
     
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    bhè... il mio intento era sopratutto quello di chiarire cosè una società anarchica e dare una speranza e una via per arrivarci.

    Il mezzo per mantenerla e quello che avevo chiarito su un altro post: quello in cui parlavo della cooperazione, di escludere le persone antisociali e di come giudicarle, ecc.

    Che in parte (forse) nn esclude la violenza nelle modalità e nei casi che avevo detto (cioè in caso di crimini)... ma dipende da come si svilupperebbe la società.
     
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  4. -FAT DOMO-
     
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    l'anarchia è impraticabile quanto è bramata, cazzo ma nn si puo fare
     
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  5. ¤Uriel¤
     
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    CITAZIONE (-FAT DOMO- @ 25/3/2008, 15:14)
    l'anarchia è impraticabile quanto è bramata, cazzo ma nn si puo fare

    Non ho capito bene scusa...

    SPOILER (click to view)
    Prenentati nella sezione presentazioni pls...
     
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  6. -Anarchist-
     
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    mancano un paio di virgole, già...

    comunque la violenza è utile in alcuni casi. è un mezzo
     
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  7. ¤Uriel¤
     
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    CITAZIONE (-Anarchist- @ 7/4/2008, 23:15)
    comunque la violenza è utile in alcuni casi. è un mezzo

    Io sono convinto dell' opposto.
     
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  8. Harondor
     
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    CITAZIONE (-Anarchist- @ 7/4/2008, 23:15)
    comunque la violenza è utile in alcuni casi. è un mezzo

    è quello che ho detto... ma solo nei casi in cui è necessaria...
     
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  9. -Anarchist-
     
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    sono la persona più contraria allì'uso inutile della violenza. ma la considero un mezzo. a volte per raggiungere un obbiettivo è necessaria. il sacrificio di un obbiettivo, di un traguardo utile è un crimine più grande.
     
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    1. L’ abolizione della proprietà privata della terra, delle materie prime e degli strumenti di lavoro, perché nessuno abbia il mezzo di vivere sfruttando il lavoro altrui, e tutti, avendo garantiti i mezzi per produrre e vivere, siano veramente indipendenti e possano associarsi agli altri liberamente per l'interesse comune.

    Ecco, secondo me è assurdo questo passaggio. Come si fa a vivere nell'età della tecnica, a volere una macchina, e non volere la proprietà privata?
     
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  11. Saber1981
     
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    sono d'accordo, è anacronistico.

    non condivido gran parte del pensiero anarchico, ma lo trovo ugualmente molto molto affascinante...
     
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    Anch'io mi sono sempre crucciata su quel punto, l'egualitarismo non mi sembra il giusto mezzo nè in questo caso nè quando si fa riferimento al fatto che, trasalendo, "ognuno deve avere ciò che gli è necessario per vivere"...perchè chi s'è fatto un mazzo per un titolo di studio è doveroso abbia i suoi meriti e i suoi soldi in più in tasca. Boh, sono in fase di elaborazione =)
     
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  14. Saber1981
     
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    pensa poi a chi si vede leso da un reato o da un illecito civile. Senza le istituzioni come si potrebbe sperare in una riparazione del danno?
     
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    Si sono d'accordissimo, c'è tanto da rivedere!
     
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