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Il Testamento Di Tito

Da: "La Buona Novella"

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  1. ¤Uriel¤
     
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    Questa è sicuramente una delle canzoni piu conosciute e apprezzate del caro Faber.
    In pratica sono le ultime parole del ladrone "buono" che narrano i vangeli: Tito.
    Tito in vita ne aveva fatte di cotte e di crude, ma senza mai far del male a nessuno, si era cosi' ritrovato senza grossi peccati, e riceve da Gesù la promessa del paradiso.
    Proprio in punto di morte spiega come i comandamenti molto spesso siano sbagliati nella loro parzialità e generalità, e di come spesso proprio chi proclama questi "comandamenti" sia il primo ad infrangerli.
    Che dire, ogni strofa fa riflettere molto.
    Passiamo ad analizzarlo.
    Testo:
    SPOILER (click to view)
    Il Testamento Di Tito ( La Buona Novella 1970)

    Non avrai altro Dio all'infuori di me,
    spesso mi ha fatto pensare:
    genti diverse venute dall'est
    dicevan che in fondo era uguale.
    Credevano a un altro diverso da te
    e non mi hanno fatto del male.
    Credevano a un altro diverso da te
    e non mi hanno fatto del male.

    Non nominare il nome di Dio,
    non nominarlo invano.
    Con un coltello piantato nel fianco
    gridai la mia pena e il suo nome:
    ma forse era stanco, forse troppo occupato,
    e non ascoltò il mio dolore.
    Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
    davvero lo nominai invano.

    Onora il padre, onora la madre
    e onora anche il loro bastone,
    bacia la mano che ruppe il tuo naso
    perché le chiedevi un boccone:
    quando a mio padre si fermò il cuore
    non ho provato dolore.
    Quanto a mio padre si fermò il cuore
    non ho provato dolore.

    Ricorda di santificare le feste.
    Facile per noi ladroni
    entrare nei templi che riguargitan salmi
    di schiavi e dei loro padroni
    senza finire legati agli altari
    sgozzati come animali.
    Senza finire legati agli altari
    sgozzati come animali.

    Il quinto dice non devi rubare
    e forse io l'ho rispettato
    vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
    di quelli che avevan rubato:
    ma io, senza legge, rubai in nome mio,
    quegli altri nel nome di Dio.
    Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
    quegli altri nel nome di Dio.

    Non commettere atti che non siano puri
    cioè non disperdere il seme.
    Feconda una donna ogni volta che l'ami
    così sarai uomo di fede:
    Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
    e tanti ne uccide la fame.
    Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore:
    ma non ho creato dolore.

    Il settimo dice non ammazzare
    se del cielo vuoi essere degno.
    Guardatela oggi, questa legge di Dio,
    tre volte inchiodata nel legno:
    guardate la fine di quel nazzareno
    e un ladro non muore di meno.
    Guardate la fine di quel nazzareno
    e un ladro non muore di meno.

    Non dire falsa testimonianza
    e aiutali a uccidere un uomo.
    Lo sanno a memoria il diritto divino,
    e scordano sempre il perdono:
    ho spergiurato su Dio e sul mio onore
    e no, non ne provo dolore.
    Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
    e no, non ne provo dolore.

    Non desiderare la roba degli altri
    non desiderarne la sposa.
    Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
    che hanno una donna e qualcosa:
    nei letti degli altri già caldi d'amore
    non ho provato dolore.
    L'invidia di ieri non è già finita:
    stasera vi invidio la vita.

    Ma adesso che viene la sera ed il buio
    mi toglie il dolore dagli occhi
    e scivola il sole al di là delle dune
    a violentare altre notti:
    io nel vedere quest'uomo che muore,
    madre, io provo dolore.
    Nella pietà che non cede al rancore,
    madre, ho imparato l'amore".


    I° comandamento: Non avrai altro Dio all' infuori di me.
    Questo primo comandamento sta alla base del fanatismo religioso, che porta i fedeli a vedere una persona di un altra religione come un peccatore, se non addirittura come nemico.
    Per Tito invece non è importante il culto religioso, ma le azioni degli individui.

    II° Comandamento: Non pronunciare il nome di Dio invano
    Qui Tito descrive come invocando Dio nel momento di maggiore necessità, Dio risulti sempre assente, o "troppo lontano" o "troppo occupato".

    IV° Comandamento: Onora il padre e la madre
    Qui Tito narra della sua esperienza familiare.
    Pensate un attimo ad un padre che picchia un bambino solo perchè piangeva per fame, lo si puo onorare? E giusto onorarlo solo per il legame di sangue?

    III° Comandamento: Ricordati di santificare le feste.
    Qui non mi è molto chiaro, ma credo che volesse sottolineare l'ipocrisia dei sacerdoti che nei templi narrano di schiavi pii e dei loro padroni che vengono puniti, quando poi nella realtà anche essi sfruttano i più poveri.

    V° Comandamento: Non rubare
    Bhè questo è il "peccato" per cui Tito è stato condannato.
    Ma a differenza di altri che rubavano in "nome di Dio", Tito rubava per necessità, per fame e smpre assumendosene la piena responsabilità.

    VI° Comandamento: Non commettere atti impuri.
    Questa è la mia strofa preferita.
    La religione molto più lagata alle leggi "DIVINE" che alla realtà umana consiglia di non disperdere mai il seme, ma di creare sempre una vita anche se questa poi verrà vissuta in totale dolore.
    Tito invece preferisce "confondere il piacere e l'amore, ma di non creare dolore".

    VII ° Comandamento: Non ammazzare.
    Qui c'è tutta l'ipocrisia dei sacerdoti, che stanno sempre a predicare di non uccidere, di non disprezzare la vita, ma sono i primi a condannare a morte chiunque sia un peso. Si riferisce non tanto a se. quando a Gesù che è stato crocifisso senza motivo. ( davvero bella è la frase "Guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno)

    VIII° Comandamento: Non dire falsa testimonianza.
    Ritorna l'ipocrisia della religione: chiede a ciascuno di noi di non dire falsa testimonianza anche se la stessa puo causare l' uccisione di un uomo.
    Inoltre proprio come nel VII comandamento, i sacerdoti predicano sempre il perdono, ma sono i primi ad essere rigidi e impassibili.

    IX° - X° Comandamento: Non desiderare la donna e la roba d'altri.
    Qui invece fa notare come questi due comandamenti siano molto poco imparziali.
    Sembra ovvio che chi è povero desideri un piatto caldo che è in possesso di un uomo ricco, ma non il viceversa!
    Inoltre sembra ovvio e anche triste vedere come Tito in punto di morte ha l' umano istinto di invidiare tutti per la loro vita.

    La canzone si chiude con la sera, e quindi la morte del "Buon ladrone", prima di morire però Tito guardando Gesù in croce prova un forte senso di pietà, prima d'ora mai provato, e vedendo che anche in punto di morte Gesù prova profonda pietà per i suoi carnefici e non prova alcun rancore, arriva a scoprire un nuovo sentimento, scopre l' Amore...

    SPOILER (click to view)
    Note:
    Scusatemi per evantuali errori grammatcali o di contenuto ma sono le 4.30 del mattino e domani devo svegliarmi pure presto!!!! :wacko:
     
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100 replies since 30/3/2008, 03:29   31899 views
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