Fabrizio De André Forum [ Andrè - Analisi Testi - Spiegazione - Anarchia - Testi - Accordi - Canzoni - Musica - Cantautori]

Il suonatore Jones

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  1. solid snake 271
     
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    SPOILER (click to view)
    In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità,
    a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa.
    Sentivo la mia terra vibrare di suoni, era il mio cuore,
    e allora perché coltivarla ancora, come pensarla migliore.

    Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati
    a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato.
    Libertà l’ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato,
    per un fruscio di ragazze a un ballo, per un compagno ubriaco.

    E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare,
    suonare ti tocca, per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare.

    Finì con i campi alle ortiche, finì con un flauto spezzato
    e un ridere rauco e ricordi tanti e nemmeno un rimpianto.


    Ed ecco l'epitaffio di Master in Italiano

    SPOILER (click to view)
    Il suonatore Jones

    La terra ti suscita
    vibrazioni nel cuore: sei tu.
    E se la gente sa che sai suonare,
    suonare ti tocca, per tutta la vita.
    Che cosa vedi, una messe di trifoglio?
    O un largo prato tra te e il fiume?
    Nella meliga è il vento; ti freghi le mani
    perché i buoi saran pronti al mercato;
    o ti accade di udire un fruscio di gonnelle
    come al Boschetto quando ballano le ragazze.
    Per Cooney Potter una pila di polvere
    o un vortice di foglie volevan dire siccità;
    a me pareva fosse Sammy Testa-rossa
    quando fa il passo sul motivo di Toor-a-Loor.
    Come potevo coltivare le mie terre,
    - non parliamo di ingrandirle -
    con la ridda di corni, fagotti e ottavini
    che cornacchie e pettirossi mi muovevano in testa,
    e il cigolìo di un molino a vento - solo questo?
    Mai una volta diedi mani all'aratro,
    che qualcuno non si fermasse nella strada
    e mi chiedesse per un ballo o una merenda.
    Finii con le stesse terre,
    finii con un violino spaccato -
    e un ridere rauco e ricordi,
    e nemmeno un rimpianto.


    e in linga originale

    SPOILER (click to view)
    Fiddler Jones

    The earth keeps some vibration going
    There in your heart, and that is you.
    And if the people find you can fiddle,
    Why, fiddle you must, for all your life.
    What do you see, a harvest of clover?
    Or a meadow to walk through to the river?
    The wind's in the corn; you rub your hands
    For beeves hereafter ready for market;
    Or else you hear the rustle of skirts
    Like the girls when dancing at Little Grove.
    To Cooney Potter a pillar of dust
    Or whirling leaves meant ruinous drouth;
    They looked to me like Red-Head Sammy
    Stepping it off, to "Toor-a-Loor."
    How could I till my forty acres
    Not to speak of getting more,
    With a medley of horns, bassoons and piccolos
    Stirred in my brain by crows and robins
    And the creak of a wind-mill--only these?
    And I never started to plow in my life
    That some one did not stop in the road
    And take me away to a dance or picnic.
    I ended up with forty acres;
    I ended up with a broken fiddle--
    And a broken laugh, and a thousand memories,
    And not a single regret.


    La ricerca di un dio, del denaro e di un amore ci privano della nostra libertà individuale. Sembra voler dirci questo Faber. Siete d'accordo con questa visione?

    E dov'è la libertà? Nel violino, nel flauto. Semplicemente nell'arte.
     
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  2. ¤Lincan¤
     
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    beh forse questa canzone non ha un significato univoco...semplicemente significa ciò che ognuno di noi vuole che sognifichi....
     
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  3. ¤Uriel¤
     
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    Il riassunto di questo brano è scritto già nel titolo dell' albume e nella canzone di introduzione "La collina" ( O "Dormono sulla collina" ).
    Alla fine della canzone dice:
    Dov'è Jones il suonatore
    che fu sorpreso dai suoi novant'anni
    e con la vita avrebbe ancora giocato.
    Lui che offrì la faccia al vento
    la gola al vino e mai un pensiero
    non al denaro, non all'amore né al cielo.
    "
    E credo sia proprio questo il senso dell' album...
     
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  4. eliana8
     
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    Io credo che per capire bene "Il suonatore Jones" si debbano necessariamente tenere in considerazione anche tutte le altre canzoni contenute nell'album "Non al denaro, non all'amore nè al cielo", liberamente tratto dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.

    Per Faber era interessante il fatto che questi personaggi, essendo ormai morti, non avessero più nessun interesse ad apparire migliori di quello che erano stati e quindi si raccontano con una franchezza che in vita non avrebbero mai avuto.

    Come Faber stesso sottolinea, i due temi principali e costantemente presenti in tutto l'album sono l'invidia e la scienza: "...per quanto riguarda l'invidia perché direi che è il sentimento umano in cui si rispecchia maggiormente il clima di competitività, il tentativo dell'uomo di misurarsi continuamente con gli altri, di imitarli o addirittura superarli per possedere quello che lui non possiede e crede che gli altri posseggano. Per quanto riguarda la scienza, perché la scienza è un classico prodotto del progresso, che purtroppo è ancora nelle mani di quel potere che crea l'invidia, e, secondo me, la scienza non è ancora riuscita a risolvere problemi esistenziali." (Faber)

    L'invidia è raccontata attraverso l'esperienza di un giudice, di un malato di cuore, di un matto e di un blasfemo. Il nano invidioso e maltrattato diventa giudice non per passione ma per vendetta, divenendo in fine più "carogna" e crudele di chi lo derideva. Il blasfemo che invidia Dio o coloro che lo "hanno inventato" e che ci costringono a "sognare in un giardino incantato" quando in realtà non siamo nemmeno liberi di pensare. Il matto che per darsi un tono impara a memoria tutta l'enciclopedia. L'unico tra questi che riesce ad affrancarsi dall'invidia è il malato di cuore (che invidiava i suoi compagni che potevano correre e giocare liberamente), ma l'amore gli fa superare la sua rabbia e per amore muore: "e il mio cuore le restò sulle labbra".

    "...anche nel nostro tipo di vita sociale abbiamo dei giudici che fanno i giudici per un senso di rivalsa, abbiamo uno scemo di turno di cui la gente si serve per scaricare le sue frustrazioni (è tanto comodo a tutti, uno scemo)..." (Faber)

    La scienza è raccontata attraverso l'esperienza di un chimico, di un medico, di un ottico. Il chimico che dedica la sua intera esistenza alla scienza è incapace di amare perchè l'amore è una scienza che non riesce a spiegarsi! Il medico che vorrebbe curare la povera gente alla fine rimane intrappolato dal sistema e dai giochi di potere che lo costringono a diventare disonesto. L'ottico che ha l'ambizione di costruire delle lenti potentissime capaci di farci vedere la vera luce.

    "Edgar Lee Masters denuncia i difetti di gente attaccata alle piccole cose, che non vede al di là del proprio naso, che non ha alcun interesse umano al di fuori delle necessità pratiche." (Faber)

    L'unico personaggio "risolto" che riesce a superare le proprie piccolezze, il proprio egoismo è appunto "Il suonatore Jones" perchè è un "disponibile" lontano da logiche economiche e da giochi di potere perchè fa quello che ama non per denaro ma perchè gli piace! Ecco perchè "muore senza rimpianti": perchè ha scelto "di non seppellire la libertà".

     
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  5. ¤Uriel¤
     
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    Brava, bella spiegazione! :(oki):
     
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  6. l.cupe
     
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    CITAZIONE
    "Edgar Lee Masters denuncia i difetti di gente attaccata alle piccole cose, che non vede al di là del proprio naso, che non ha alcun interesse umano al di fuori delle necessità pratiche." (Faber)

    Ma la forza del Suonatore sta proprio nell'essere soddisfatto delle "piccole cose", e pensare "Non al denaro non all'amore né al cielo"!!
     
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  7. francy!
     
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    CITAZIONE (solid snake 271 @ 12/6/2008, 00:34)
    La ricerca di un dio, del denaro e di un amore ci privano della nostra libertà individuale. Sembra voler dirci questo Faber. Siete d'accordo con questa visione?

    E dov'è la libertà? Nel violino, nel flauto. Semplicemente nell'arte.

    mentirei se non ammettessi che è una visione molto affascinante, ma siamo uomini, non si sfugge. e l'essere uomini per me significa dare uno sguardo, al cielo, all'amore, al denaro (se lo intendiamo magari in senso lato, come ciò che ci permette di vivere più serenamente).

    Non tentare questa ricerca, che almeno nei primi due casi rappresenta secondo me l'essenza stessa dell'uomo, da Ulisse a Ivàn Karamàzov, significa negare la nostra umanità. Significa smettere di pensare, di dubitare.
     
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  8. solid snake 271
     
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    CITAZIONE (francy! @ 14/6/2008, 13:22)
    CITAZIONE (solid snake 271 @ 12/6/2008, 00:34)
    La ricerca di un dio, del denaro e di un amore ci privano della nostra libertà individuale. Sembra voler dirci questo Faber. Siete d'accordo con questa visione?

    E dov'è la libertà? Nel violino, nel flauto. Semplicemente nell'arte.

    mentirei se non ammettessi che è una visione molto affascinante, ma siamo uomini, non si sfugge. e l'essere uomini per me significa dare uno sguardo, al cielo, all'amore, al denaro (se lo intendiamo magari in senso lato, come ciò che ci permette di vivere più serenamente).

    Non tentare questa ricerca, che almeno nei primi due casi rappresenta secondo me l'essenza stessa dell'uomo, da Ulisse a Ivàn Karamàzov, significa negare la nostra umanità. Significa smettere di pensare, di dubitare.

    Ma certo. Sono scelte.

    Ma Faber sembra dirci "Cerchi la libertà? Eccola, è lì. In quella strada però non troverai nè denaro, nè amore, nè cielo".
    Come ad avvisarci, darci un monito. Non si può essere del tutto liberi con quelle tre cose.

    Io personalmente voglio essere libero, ma posso rinunciare a delle piccole libertà rivolgendo il mio pensiero all'amore. Ne vale la pena. Dio e denaro no. Con i pensieri a Dio mi fermo alla presa di coscienza che è propria dell'agnosticismo. Sospensione del giudizio, epokè. Come in una canzone di Ligabue "Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno il giorno che ci guarderemo si saprà".
     
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  9. francy!
     
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    CITAZIONE (solid snake 271 @ 14/6/2008, 13:32)
    Ma certo. Sono scelte.

    Ma Faber sembra dirci "Cerchi la libertà? Eccola, è lì. In quella strada però non troverai nè denaro, nè amore, nè cielo".
    Come ad avvisarci, darci un monito. Non si può essere del tutto liberi con quelle tre cose.

    Io personalmente voglio essere libero, ma posso rinunciare a delle piccole libertà rivolgendo il mio pensiero all'amore. Ne vale la pena. Dio e denaro no. Con i pensieri a Dio mi fermo alla presa di coscienza che è propria dell'agnosticismo. Sospensione del giudizio, epokè. Come in una canzone di Ligabue "Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno il giorno che ci guarderemo si saprà".

    fingerò di non aver sentito il riferimento a husserl :lol:
    comunque è una linea sicuramente condivisibile, ma anche nella consapevolezza dei limiti evidenti della nostra ragione, non vedo come sia possibile non rivolgere quello sguardo al cielo. uno scrittore (di cui purtroppo non ricordo il nome) ha detto: "dopo auschwitz è possibile stare con Dio o contro Dio, ma non si può più stare senza Dio".
     
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  10. solid snake 271
     
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    CITAZIONE (francy! @ 14/6/2008, 13:41)
    CITAZIONE (solid snake 271 @ 14/6/2008, 13:32)
    Ma certo. Sono scelte.

    Ma Faber sembra dirci "Cerchi la libertà? Eccola, è lì. In quella strada però non troverai nè denaro, nè amore, nè cielo".
    Come ad avvisarci, darci un monito. Non si può essere del tutto liberi con quelle tre cose.

    Io personalmente voglio essere libero, ma posso rinunciare a delle piccole libertà rivolgendo il mio pensiero all'amore. Ne vale la pena. Dio e denaro no. Con i pensieri a Dio mi fermo alla presa di coscienza che è propria dell'agnosticismo. Sospensione del giudizio, epokè. Come in una canzone di Ligabue "Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno il giorno che ci guarderemo si saprà".

    fingerò di non aver sentito il riferimento a husserl :lol:
    comunque è una linea sicuramente condivisibile, ma anche nella consapevolezza dei limiti evidenti della nostra ragione, non vedo come sia possibile non rivolgere quello sguardo al cielo. uno scrittore (di cui purtroppo non ricordo il nome) ha detto: "dopo auschwitz è possibile stare con Dio o contro Dio, ma non si può più stare senza Dio".

    Personalmente uno sguardo al cielo ogni tanto lo do. Vedo tante nubi... è tutto offuscato. E allora capisco che sforzarsi è inutile. Meglio dare uno sguardo agli uomini. Si impara di più, forse. ;)

    P.s. Spiegami un po' il riferimento a Husserl perchè io, da piccolo liceale arrivato solo in quarta, non l'avevo mai sentito nominare prima d'ora :woot:
     
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  11. francy!
     
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    CITAZIONE (solid snake 271 @ 14/6/2008, 14:05)
    Personalmente uno sguardo al cielo ogni tanto lo do. Vedo tante nubi... è tutto offuscato. E allora capisco che sforzarsi è inutile. Meglio dare uno sguardo agli uomini. Si impara di più, forse. ;)

    da un esteta questo commento non me l'aspettavo
    CITAZIONE (solid snake 271 @ 14/6/2008, 14:05)
    P.s. Spiegami un po' il riferimento a Husserl perchè io, da piccolo liceale arrivato solo in quarta, non l'avevo mai sentito nominare prima d'ora :woot:

    la sospensione del giudizio, l'epoché, è uno dei concetti fondamentali della fenomenologia (di cui husserl è il maggior esponente). anche se da loro era inteso in senso molto più largo... l'anno prossimo vedrai =P in ogni caso è un concetto che non appartiene solo ai fenomenologi ma io sono un pò fissata (brutti ricordi di un corso...e da lì io e husserl non siamo più riusciti a legare)
     
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  12. solid snake 271
     
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    CITAZIONE (francy! @ 14/6/2008, 19:13)
    CITAZIONE (solid snake 271 @ 14/6/2008, 14:05)
    Personalmente uno sguardo al cielo ogni tanto lo do. Vedo tante nubi... è tutto offuscato. E allora capisco che sforzarsi è inutile. Meglio dare uno sguardo agli uomini. Si impara di più, forse. ;)

    da un esteta questo commento non me l'aspettavo

    Diciamo che quello è il ragionamento preliminare che mi ha permesso di disinteressarmi di certe cose e pensare un po' di più all'estetica.
    Anche guardare il cielo in certe occasioni può essere estetico. In questo senso la mia è una filosofia abbastanza personale. Sicuramente parto un po' dall'estetismo quello decadentista, diciamo, ma poi ho un concetto molto particolare di ciò che è estetico e di ciò che non lo è.
     
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  13. eliana8
     
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    CITAZIONE (l.cupe @ 13/6/2008, 23:36)
    CITAZIONE
    "Edgar Lee Masters denuncia i difetti di gente attaccata alle piccole cose, che non vede al di là del proprio naso, che non ha alcun interesse umano al di fuori delle necessità pratiche." (Faber)

    Ma la forza del Suonatore sta proprio nell'essere soddisfatto delle "piccole cose", e pensare "Non al denaro non all'amore né al cielo"!!

    Faber parlando di "piccole cose", in questo caso specifico, non si riferisce alle cose semplici, genuine, autentiche, ma alle cose piccole nel vero senso della parola, come di fatti lui stesso spiega: "gente che non vede al di là del proprio naso, che non ha alcun interesse al di fuori delle necessità pratiche" (FABER). Sono le persone che si preoccupano esclusivamente delle proprie "necessità pratiche" dei propri egoismi, dei propri interessi, della propria avidità che vengono chiamate in causa, non i semplici e i puri di cuore!!!

    Per quanto riguarda l'amore, quello che critica Faber non è l'AMORE (non si sognerebbe mai di farlo, tutto il suo "testamento", ogni sua nota, ogni sua parola è un INNO all'AMORE!!!) quello che critica è l'amore mascherato, quello interessato, quello che sceglie in base alla convenienza, quello che incastra, quello che calcola, quello che si fa i conti, quello deve guadagnare, quello che giudica, quello che condanna, quello che impone delle scelte, quello che pretende, quello che incatena, quello che non ama!!! Tanto è vero che lui stesso parlando dei protagonisti che ha scelto per rappresentare il gruppo "invidia" mette come unico personaggio che riesce a superare la propria (invidia) il "malato di cuore"...

    Ma leggete le sue stesse parole nell'intervista con Fernanda Pivano:

    Fabrizio De Andrè: Gli altri personaggi si sono lasciati prendere dall'invidia e in qualche maniera l'hanno risolta, positivamente o negativamente (lo scemo che per invidia studia l'enciclopedia britannica a memoria e finisce in manicomio, il giudice che per invidia raggiunge abbastanza potere da umiliare chi l'ha umiliato, il blasfemo che è un esegeta dell'invidia e per salirne alle origini la va a cercare in Dio); invece il malato di cuore pur essendo nelle condizioni ideali per essere invidioso compie un gesto di coraggio e...

    Fernanda Pivano: Possiamo dire che ha scavalcato l'invidia perché a spingerlo non è stata la molla del calcolo ma è stata la molla dell'amore?

    Fabrizio De Andrè: Ma sì, lo avrei detto io se non lo avessi detto tu.

    Fernanda Pivano: E allora possiamo concludere con la -vecchia proposta di Masters, che a trionfare sulla vita è soltanto chi è capace di amore?

    Fabrizio De Andrè: Sì, a trionfare sono i « disponibili ».



    :)
     
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  14. ¤Uriel¤
     
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    [OT] L' intervista la trovate QUI riportata da TheLw¤lf† [OT]
     
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  15. francy!
     
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    rispetto (naturalmente) le sue parole, ma a me piace interpretare queste canzoni diversamente, anzichè sul livello dell'invidia. mi colpisce molto il fatto che siano tutte in prima persona, tranne appunto il giudice, l'unica in cui il tema dell'invidia è a mio modo di vedere centrale. nelle altre è presente tanta sofferenza, rassegnazione, amore. non vedo l'invidia nel blasfemo, vedo l'uomo che cerca risposte. non vedo l'invidia nel matto, vedo la sofferenza di fronte alla sua diversità.

    ovviamente è il mio modo di interpretarle che può essere sbagliato, ma è appunto la mia maniera di sentirle.
     
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27 replies since 11/6/2008, 23:34   11454 views
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