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E se Gesù non fosse morto sulla croce?

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    Secondo un giovane teologo svedese non c’è assolutamente alcuna prova storica che Cristo fu crocifisso. “Nella versione originale in greco della Bibbia, non c’è nemmeno un accenno alla croce”.

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    Gunnar Samuelsson, un giovane teologo svedese sostiene che “La leggenda sulla condanna a morte di Gesu Cristo per crocifissione, è basata essenzialmente mantegna thumb E se Gesù non fosse morto sulla croce?sulla tradizione perpetuata all’interno della chiesa cristiana e sulle illustrazioni artistiche, piuttosto che sui i testi antichi“. Per Samuelsson, la stessa Bibbia sarebbe stata interpretata erroneamente, tanto che nelle “Sacre scritture” non ci sarebbero richiami espliciti all’uso dei chiodi e alla stessa croce. “L’unico riferimento – sostiene il teologo - nell’originale greco è che “Gesù portò uno ’staurus’ verso il Calvario, che non è necessariamente una croce, ma può significare anche un semplice palo“. Insomma, alla base di quello che è diventato, nel corso di questi due millenni, uno dei principi fondamentali del Credo cristiano, ci sarebbe uno storico “misunderstanding”, o se volete un banale errore di traduzione.

    TESTA O CROCE - Per il dottor Samuelsson, che ha scritto una tesi di circa 400 pagine, dopo aver studiato i testi originali, “Il problema è che la descrizione delle crocifissioni sono praticamente assenti nella letteratura antica; le fonti sono scarne e comunque molto limitate e per niente dettagliate“. I dubbi sulla crocifissione o quantomeno sulle sue modalità di esecuzione, almeno così come raffigurata dalla tradizione e dalle rappresentazioni artistiche, sono del resto tanti. La rappresentazione di un uomo “inchiodato” alla croce per il palmo delle mani è francamente incredibile. La perforazione per opera di un grosso chiodo e poi lo stesso peso del condannato, di fatto, rendono impossibile questa operazione che provocherebbe, all’istante, l’immediato maciullarsi delle mani e quindi il distacco del corpo dalla croce. Molti altri, infatti, sostengono che i chiosi siano stati “fissati” ai polsi. Anche in questo caso, la crocifissione di Gesù Cristo sarebbe stata, quantomeno, “speciale”. Poiché, secondo alcune fonti storiche, comunque di epoca successiva al I secolo dC, i condannati alla crocifissione sembra venissero per lo più legati alla loro croce con robuste corde di canapa passanti per le ascelle, i polsi e per le caviglie.

    MANCANO LE PROVE – “Il greco antico, il latino e letteratura ebraica, da Omero al I secolo dCspiega il teologo svedese - descrive tutta una serie di metodi di esecuzione capitale, ma nessuna menziona croci o crocifissioni“. Samuelsson, ricercatore presso l’Università di Göteborg, conferma che di conseguenza, “non esiste alcuna prova che Gesù fu crocifisso, almeno così come lo descrive la tradizione liturgica cristiana e lo raffigurano quadri ed opere d’arte. Nemmeno il Nuovo Testamento dice quanto ci piacerebbe credere“. E ancora, secondo quanto il teologo ha dichiarato al quotidiano londinese Telegraph: ”Le prove che Gesù sia stato lasciato morire dopo essere stato inchiodato ad una croce sono sorprendentemente scarse, sia nella letteratura antica pre-cristiana ed extra-biblica, così come nella stessa Bibbia“.

    LOGICA VERSUS FEDE – Il dottor Samuelsson, peraltro è un cristiano impegnato, ha ammesso che le sue affermazioni toccano il cuore della sua fede e comprende chi magari reagirà alla sua ricerca in modo emotivo, anziché con il rigore della logica. Ma la logica, a detta dello studioso scandinavo, non ammette deroghe. E ad oggi non c’è alcuna fonte storica che descriva nel dettaglio e con chiarezza come sia stata eseguita la condanna a morte di Gesù. “Questo è il cuore del problema – sostiene Samuelsson – nessun testo che rappresenta la Passione di Cristo presenta una descrizione precisa ed esaustiva di come sia avvenuta quella esecuzione. Le informazioni che troviamo sono solo quelle che noi cristiani vogliamo che ci siano. Se, però, siete alla ricerca di testi che rappresentano l’atto di inchiodare ad una croce un essere umano non ne troverete alcuno, a parte il Vangelo“. Un sacco di letteratura contemporanea usa tutta la stessa terminologia vaga – compresi molti testi latini. Per esempio, spiega il teologo dell’Università di Göteborg - “in diversi testi latini si parla di “patibulum”, ossia si fa riferiscono ad una traversa, in altri si parla di croce“. La prima può essere un’estensione della seconda, ma non viceversa. Sta di fatto che nessuno descrive in modo credibile le modalità dell’esecuzione. Samuelsson conferma che effettivamente: “Un uomo di nome Gesù sia esistito in quella parte del mondo e in quel periodo. Questo è ben documentato. Lasciò una impronta profonda nella letteratura del tempo. Io credo che quel uomo sia il figlio di Dio. Ma questo è un atto di fede. Come lo è credere nel testo biblico. Io suggerisco, tuttavia, è che dobbiamo leggere il testo così com’è, non come pensiamo che sia - chiosa lo studioso. Dovremmo leggere sulle linee, non tra le righe. Il testo della Bibbia è sufficiente. Non abbiamo bisogno di aggiungere nulla di nostro”.

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