Quando è morto Dio (Deena Ondertoller)

Quando è morto Dio

E' morto Dio piangendo,
come'è morto il figlio soffrendo.

Non aveva più il coraggio di sapere,
la sua grande opera non voleva vedere,
come un timido pittor.

Quando è morto Dio,
venti e fulmini
in un solo mar si sono raccolti,

si son raccontati dolci poesie
e han cantato canzoni di pene.

Quando è morto Dio,
il sol e la luce si son spenti
come una candela al passar del vento;

le stelle si son nascoste
e la luna è caduta,
è perduta davvero!

Tempeste e maree hanno lodato sventure,
pesci e delfini hanno smesso di nuotare
e hanno iniziato a volar.

Non v'era salvezza per chi guardava su,
vedeva nuvole cupe,
e per chi guardava giù,
vedendo fiumi di sangue.

No, non v'era più salvezza per nessuno,
nè per il morto nè per il vivo;
facevano entrambi la stessa fine.

Pioggia e grandine cadevan senza tregua,
nuvole splendenti di buio compivano la loro volontà.

Vacche e pecore piangevano
su un latte versato, ormai,
da troppo tempo,

su un figlio senza futuro,
sopra una morte senza perdono.

Uomini d'ogni razza e d'ogni istinto
piangevan insieme,

atei e credenti pregavan un Dio
che non rispondeva più.

Morto per suicidio si diceva,
forse assassinato dalla solitudine,
o annegato nell'amore senza confini.

Ma ora,
il poeta dei tempi remoti e lontani giudica,
reduce, profeta della fine:

"Dio morì per la sua cattiveria e per la sua stoltezza,
avendo dato vita all'uomo,
la sua grande opera,
che rimpianse fino alla morte".


(Deena Ondertoller)