Fabrizio De André Forum [ Andrè - Analisi Testi - Spiegazione - Anarchia - Testi - Accordi - Canzoni - Musica - Cantautori]

Max Stirner - L'Unico e la sua proprietà.

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    E' il testo fondamentale del buon anarchico individualista sebbene l'errore del lettore medio è proprio di considerare San Max (come lo sfotteva Marx) un anarchico.
    Non voglio fare un inutile copia incolla, penso che ne abbiate sentito parlare se avete letto anche una sola biografia di Faber; ci cito qualche passaggio da Wikiquote:

    La rivoluzione mira ad un'organizzazione nuova; la ribellione ci porta a non lasciarci più organizzare, ma ad organizzarci da soli come vogliamo, e non ripone fulgide speranze nelle "istituzioni" ... Se il mio scopo non è rovesciare un ordine costituito ma innalzarmi al di sopra di esso, il mio proposito e le mie azioni non sono politici e sociali, ma egoistici. La rivoluzione ci comanda di creare istituzioni nuove; la ribellione ci domanda di sollevarci o innalzarci.

    Io rifiuto un potere conferitomi sotto la speciosa forma di "diritti dell'uomo". Il mio potere è la mia proprietà, il mio potere mi dà la proprietà. Io stesso sono il mio potere... e per esso sono la mia proprietà.

    Osservate un po' quel sultano, che provvede con tanto affetto ai suoi. Non è egli forse l'immagine più schietta del disinteresse? Non sacrifica egli forse incessantemente se stesso al bene dei suoi? Sì, proprio dei suoi! Prova un po' a fargli capire che non sei suo bensì tuo: in premio dell'esserti sottratto al suo egoismo, tu sarai gettato in carcere. Il sultano non conosce altra causa che la propria: egli è per sé il tutto nel tutto, è l'unico, e non consente ad alcuno di non essere dei "suoi". E da tutti questi esempi illustri non volete apprendere che il miglior partito è quello dell'egoista? Io per mio conto faccio tesoro di queste lezioni e piuttosto che servire disinteressatamente a quei grandi egoisti, voglio essere l'egoista io stesso. Dio e l'umanità non hanno riposto la loro causa che in se stessi. Epperciò voglio riporre anch'io in me stesso la mia causa, io, che, al pari di Dio, sono nulla per ogni altra cosa, e per me sono il mio tutto, l'unico. Se Dio e l'umanità son ricchi abbastanza per esser tutto a se stessi, io sento che a me manca ancor meno e che non potrò lagnarmi della mia vanità. Io non sono il nulla del vacuo, ma il nulla creatore, il nulla dal quale io stesso creo ogni cosa. Lungi dunque da me ogni causa, che non sia propriamente e interamente la mia! Voi pensate che la mia causa debba essere per lo meno la buona causa? Ma che buono, ma che cattivo! Io sono per me stesso la mia causa, ed io non sono né buono né cattivo. Tutto ciò per me non ha senso alcuno. Il divino è cosa di Dio, l'umano dell'"uomo". La mia causa non è divina né umana, non è la verità, non è la bontà, né la giustizia, né la libertà, ma unicamente ciò che è mio: e non è una causa universale, bensì unica, come unico sono io. Nessuna cosa mi sta a cuore più di me stesso.

    Chi non sa sbarazzarsi di un pensiero è, in questo, solo uomo, è schiavo del linguaggio [...] Il linguaggio o "la parola" ci tiranneggiano nel modo più brutale perché sollevano contro di noi un esercito di idee fisse. Osserva per una volta te stesso mentre pensi ad ogni istante senza pensieri e senza parole. Non solo, per esempio, nel sonno, ma persino nella più profonda concentrazione del pensiero, tu sei senza pensiero e senza parole, anzi: se così sopratutto allora. E solo grazie a quest'assenza di pensieri, a questa misconosciuta "libertà di pensiero", ossia libertà dal pensiero, tu appartieni a te stesso.

    Che cos'è l'ideale se non l'io di cui si va in cerca e che resta sempre lontano? Si cerca se stessi, perciò non si ha ancora se stessi, si aspira a ciò che si dev'essere, perciò non si è. Si vive nello struggimento: per secoli si è vissuto in esso, si è vissuti nella speranza. Ma ben altra sarà la vita di chi vive nel – godimento!


    Inutile dire che il suo nichilismo precede ed è più radicale di quello di Nietzsche, ha scritto contro ogni idea-ideale (verità, libertà, giustizia, comunismo etc.), era ateo ed è stato condannato ad ostracismo intellettuale proprio da Marx e in generale dalla sinistra hegeliana.
     
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    Non ho mai concepito il nichilismo, ho anche letto per vedere se mi trovassi d'accordo con qualcosa ma con scarsissimi risultati XD
    Fammi capire, tu in pratica hai una visione "egoistica" della vita, ci sei tu e conti tu. E come fai ad andare avanti senza avere qualcosa in cui credere oltre te stesso?
     
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    Perché io mi basto. Può sembrare una visione narcisistica del reale ed un po' lo è, ma tralasciando ciò che è - per il nichilismo più radicale nemmeno io sono (poi c'è chi afferma teatralmente "io non sono perché sono stato" come le supernove quando le vediamo - mi sembra difficile concepire qualcosa che è ontologicamente - l'assoluto per esempio.
    Queste sono le parole di Ottonello:
    « Il nichilismo come negazione radicale o metafisica, è dunque negazione del senso dell'essere e degli enti in quanto significato e realtà sostanziali e valorativi, che possono essere tali solo in quanto fondati nell'assolutezza dell'essere. Nichilismo è dunque, essenzialmente, l'assoluta negazione di ogni assolutezza, che percorre le strade o dell'indeterminazione dell'essere e degli enti o dell’univocità radicale essere nulla. »

    Poi Heidegger trova nel nietzschiano "Dio è morto" la miglior auto-definizione del nichilismo. ( Come penso sai il Dio in questione non è propriamente quello divino perché per Nietzsche il problema nemmeno c'era essendo lui ateo, ma ciò che esso portava come valori. Essendo Dio morto - e noi lo abbiamo "ucciso" ci ricorda - crollano tutti i valori di cui era portatore. Dunque i più svariati assoluti.
     
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    E come fai a bastare a te stesso se non sei certo nemmeno di essere?
    Non fraintendermi, ma le tue citazioni lasciano il tempo che trovano XD io vorrei capire come la pensi tu...
     
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    Io non sono un nichilista radicale. :) Considero semplicemente ogni ideologia ed assoluto come un fantasma.
     
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    Boh :) non concepisco ma rispetto :)
     
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    L'idea-ideale è lo snaturameno dell'io con conseguente perdita di identità per l'asservimento di una causa che non è la mia causa. Chi crede nella libertà - per citarne una - è come chi crede di essere Napoleone: ambe due sono da manicomio. Ci sono fantasmi-idee più importanti di altri/e, si è instaurata una vera gerarchia con in cima la verità, dio - una volta santità -> un esempio di come la morte di Dio abbia influenzato la gerarchia - e via via scendendo a quelle più antropomorfe. Sono posizioni forti, le quali sono molto articolate e dovrei prima pensare a come riassumerle per bene, per la comprensione facilitata. Però preferisco il genere aforistico, non mi piace essere troppo filosofo. Posso rimandarti direttamente al testo, dopo tutto l'intento era incuriosire e non togliere le spiegazioni al buon Stirner :P Se interessati ho un link per scaricare il testo integrale.
     
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    Tranquillo tu ti sei spiegato...solo che non mi sento vicina a questa...bè non posso nemmeno chiamarla ideologia XD
    Sono una persona che crede nella libertà e non si sente Napoleone ecco tutto, però per scrupolo mi interesserebbe leggerlo per intero, mi piace prima conoscere le cose e poi dare un giudizio universale
     
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  9. Dejan Stankovic
     
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    Nessun anarchico può definirsi tale se non dopo un attenta e studiata consultazione dei termini Stirneriani, ancora prima di Proudhomme e Bakunin
     
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    Occhio che Proudhomme è un poeta francese :) intendevi Proudhon suppongo

    Lui e Bakunin li conosco come da programma scolastico - D: - Stirner lo devo ancora leggere XD
     
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  11. Dejan Stankovic
     
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    CITAZIONE
    Occhio che Proudhomme è un poeta francese :) intendevi Proudhon suppongo

    Io e il francese stiamo agli antipodi :D

    Comunque Stirner è sicuramente molto interessante forse anche più di Bakunin e Proudhon
     
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10 replies since 1/3/2011, 20:18   1795 views
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